Tutto quello che devi sapere sull’apolidia in Italia

L’apolidia

Il CIR fa parte, insieme ad altre 180 organizzazioni e membri individuali della rete europea sull’apolidia – ENS (European Network on Statelessness) che opera in oltre 40 Paesi in tutta Europa. Questa breve rassegna giurisprudenziale, a cura di Elisa Attolini della sezione legale del CIR, è svolta nell’ambito del progetto “Statelessness Index2023- Outreach and engagement”.

Che cos’è l’apolidia? L’apolidia è la condizione di una persona, che nessuno Stato del mondo considera cittadina, che di conseguenza non ha il diritto fondamentale della cittadinanza, né gli viene assicurata la protezione di diritti a questa correlati.

Nel mondo oggi vi sono circa 4,4 milioni di persone apolidi riconosciute dagli Stati e 500 mila solamente in Europa. Si tenga presente tuttavia come il numero complessivo di persone apolidi del mondo sia da intendersi molto più elevato. Si consideri però come solamente 30 Paesi al mondo abbiamo stabilito una procedura di riconoscimento dell’apolidia, uno di questi è l’Italia.

Dimostrare la condizione di apolidia non è affatto semplice, è necessario infatti portare in evidenza un dato negativo, relativamente alla cittadinanza e dunque la condizione appunto di “non cittadino” di alcuno Stato del mondo. L’apolidia può assumere diverse forme: può essere giuridicamente accertata o non esserlo affatto. In tale ultima evenienza la persona apolide non gode di alcun diritto né nello Stato di accoglienza, né altrove.

In Italia vi sono due strade per essere riconosciuti apolidi, una prima a carattere amministrativo, di difficile accesso in ragione della richiesta di documenti molto precisi e difficilmente reperibili per l’apolide ed una seconda modalità di accertamento, di tipo giudiziale, maggiormente percorsa nel nostro Paese.

Un apolide può esserlo dalla nascita oppure, può diventarlo nel corso della sua vita. Si pensi ad esempio alla situazione derivante alla dissoluzione della Ex Jugoslavia, dove moltissime persone non sono state messe nelle condizioni di ottenere la cittadinanza di uno dei neo Stati.

In Italia non esiste ad oggi una mappatura completa della popolazione apolide presente sul territorio, i dati infatti non vengono pubblicati ad opera del Governo in maniera costante, né sono regolarmente aggiornati.

Gli apolidi vengono conteggiati all’interno di una categoria distinta nel censimento del Governo e solamente coloro in possesso di permesso di soggiorno e status di apolide. Al 1 gennaio del 2022 l’ISTAT ha registrato 609 apolidi, di questi una gran parte, più della metà, appartiene alla popolazione Rom della ex Jugoslavia, la restante parte proviene da ex URSS, Cuba, Cina (Tibet) e territori palestinesi occupati.

Che cos’è l’Index?

Da anni siamo i referenti italiani per l’Index sull’apolidia: uno strumento comparativo che esamina la legislazione, le politiche e la prassi dei Paesi europei in materia di tutela degli apolidi e di prevenzione e riduzione dell’apolidia rispetto alle norme e alle buone pratiche internazionali, sviluppato e curato dalla Rete Europea per l’Apolidia – European Network on Statelessness (ENS). Attualmente sono 26 i Paesi di cui è possibile consultare il Country Profile sul sito di ENS (QUI).

Il Country Profile per l’Italia riassume il quadro giuridico e la policy italiana, la sua conformità alle norme internazionali, le prassi sulla tutela degli apolidi e l’approccio in tema di prevenzione e riduzione dell’apolidia. L’Index contempla cinque aree tematiche:

  1. Strumenti Internazionali e Regionali;
  2. Determinazione status di apolide;
  3. Dati sulla popolazione apolide;
  4. Detenzione, Prevenzione;
  5. Riduzione dell’apolidia.

Per ogni area è analizzato il quadro giuridico e la policy italiana, la sua conformità alle norme internazionali, le prassi sulla tutela degli apolidi. Viene inoltre valutata l’efficacia degli strumenti nazionali in tema di prevenzione e riduzione dell’apolidia. Questa sintesi nazionale inoltre propone raccomandazioni al Governo Italiano, sia generali che per superare specifici problematiche,  al fine di proteggere meglio i diritti umani e la dignità degli apolidi.

L’advocacy

Oltre alla Rete europea sull’apolidia, a livello nazionale siamo parte del Tavolo Apolidia costituito da numerose organizzazioni che operano nel settore e che si sono riunite in un Tavolo comune con l’obiettivo di coordinare attività di advocacy e di discussione di proposte operative volte al miglioramento della protezione delle persone apolidi e alla risoluzione dei casi di apolidia in Italia. 

Insieme a loro abbiamo redatto un documento congiunto aggiornato a settembre 2021 che descrive il quadro attuale della situazione e formula delle proposte di intervento specifiche. Il documento, la cui prima versione è stata redatta nel corso del 2017, è stato presentato nel corso di un’audizione presso la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato tenutasi il 12 dicembre 2017.

Le raccomandazioni del Tavolo Apolidia in breve QUI

Giurisprudenza

relativa alla richiesta di cittadinanza proposta al compimento del 18 anno di età da parte di una giovane priva di documento di riconoscimento in corso di validità. Intendendo dunque, il permesso di soggiorno, non più requisito essenziale alla richiesta della cittadinanza da parte del neomaggiorenne.

relativa al riconoscimento della condizione di apolide di una donna nata in Italia da cittadini della ex Jugoslavia. La sentenza pare essere interessante in relazione del riconoscimento in assenza di certificato di nascita.

relativa al riconoscimento della cittadinanza italiana di una bimba per conseguente riconoscimento di apolidia. La bimba era infatti nata da mamma di nazionalità del Paraguay, Stato che non consentiva il facile riconoscimento della cittadinanza della minore, se non in conseguenza di un percorso ritenuto dal giudice eccessivamente oneroso.

relativa all’accoglimento del ricorso a espulsione di un cittadino apolide non riconosciuto giuridicamente, poiché emerso nelle more lo stato di apolidia fattuale.

Altri materiali utili

L’European Network on Statelessness (ENS) è un’associazione della società civile che riunisce 180 membri in oltre 40 Paesi, impegnati a dare una risposta alla questione dell’apolidia in Europa, e di cui anche il CIR membro. 

Questa attività è realizzata con il contributo di ENS.