Le proposte dell’Ue per sostenere gli Stati membri nella gestione dell’accoglienza di chi fugge dall’Ucraina: il piano in 10 punti della Commissione

Dal 24 febbraio 2022, circa 3,8 milioni di persone, principalmente donne e bambini, sono arrivate nell’Unione Europea dopo essere fuggite dalla guerra in Ucraina.

Prendendo atto delle enormi sfide poste dall’afflusso costante di profughi, e della crescente pressione sui sistemi di accoglienza degli Stati membri al confine, i ministri dell’Interno UE si sono riuniti ieri a Bruxelles in un Consiglio straordinario finalizzato a valutare le ulteriori misure di coordinamento nella gestione dei flussi e dell’accoglienza degli sfollati all’interno dell’UE, nonché il sostegno materiale e finanziario agli Stati.

Nell’ambito dell’incontro, la Commissaria per gli Affari Interni, Ylva Johansson ha presentato il piano formulato dalla Commissione per coordinare gli sforzi all’interno dell’Unione e sostenere operativamente ed economicamente gli Stati.

Il piano fa seguito ad serie di proposte e iniziative già avanzate dalla Commissione per supportare gli Stati nella gestione della crisi e nell’attuazione della direttiva sulla protezione temporanea attivata dal Consiglio lo scorso 4 marzo.

Dopo aver fornito orientamenti operativi agli Stati sulla gestione delle frontiere esterne, nonché sull’attuazione della protezione temporanea, lo scorso 23 marzo la Commissione ha infatti presentato una comunicazione relativa alle azioni intraprese dall’Unione per favorire l’accesso dei profughi ai diritti collegati alla protezione temporanea, nonché su misure specifiche a tutela dei ai minori. Nella comunicazione sono inoltre evidenziate le iniziative finalizzate a permettere il coordinamento tra gli Stati, la Commissione e le agenzie UE, in particolare nell’ambito della Piattaforma di Solidarietà istituita dalla Commissione.

Nel piano presentato ed approvato ieri, che sviluppa iniziative già in parte anticipate nella comunicazione del 23 marzo, la Commissione ha concentrato le proprie proposte attorno a dieci punti principali:                           

  1. La creazione di una piattaforma UE per la registrazione dei beneficiari di protezione temporanea o di altra protezione nazionale adeguata, al fine di permettere un adeguato scambio di informazioni tra Stati, limitando al contempo possibili abusi. La piattaforma – sviluppata con il supporto di EU-LISA (l’Agenzia UE per la Gestione Operativa dei Sistemi Informativi di Grande Scala nell’Area di Libertà, Sicurezza e Giustizia) – dovrebbe essere disponibile e operativa in breve tempo.
  1. Un approccio coordinato a livello UE per favorire la diffusione di informazioni affidabili. Gli Stati membri hanno istituito degli “hub” per il trasferimento e per dare le prime informazioni ai profughi in punti chiave delle rotte: frontiere, stazione dei bus e dei treni, grandi centri di prima accoglienza. L’Ue ora propone di sviluppare una panoramica di tutti questi hub per facilitare il coordinamento tra le offerte di trasporto (provenienti anche dal settore privato) e le capacità di accoglienza degli Stati. Inoltre, l’EUAA, in stretta collaborazione con le organizzazioni competenti che operano sul campo, potrà facilitare il coordinamento necessario a diffondere informazioni sulle destinazioni dove risultano esserci maggiori capacità di accoglienza.
  1. Il potenziamento dei sistemi di accoglienza, la continuità assistenziale e la fornitura di alloggi adeguati attraverso una mappatura della capacità di accoglienza degli Stati membri, così da abbinare le offerte degli Stati che possono fornire aiuto alle richieste di quelli che ne hanno bisogno, offrendo altresì supporto per i trasferimenti. L’EUAA fornirà supporto operativo agli Stati, e coordinerà la rete europea delle agenzie e delle autorità di accoglienza. Inoltre, la Commissione europea si coordinerà con gli Stati membri e l’UNHCR per garantire un’assistenza continuativa alla popolazione sfollata, anche con misure di sostegno nell’ambito dell’iniziativa “Case sicure”.
  1. Piani di emergenza nazionali per far fronte ai bisogni di medio e lungo termine. La Commissione elaborerà inoltre un piano europeo comune di emergenza e risposta, e svilupperà un indice (Index) comune UE a cui dovrebbero attingere gli Stati membri, le Agenzie Europee e le Organizzazioni Internazionali. L’indice monitorerà l’evoluzione degli arrivi, consentendo agli Stati membri di valutare la pressione a cui sono sottoposti, oltre a permettere una risposta immediata nei luoghi sottoposti a forti sollecitazioni, a livello nazionale o, se necessario, a livello europeo.
  1. Soluzioni comuni per proteggere i minori in ogni fase del trasferimento. La Commissione, insieme ad EUAA, svilupperà procedure operative standard e linee guida uniformi per l’accoglienza e il sostegno dei minori, con particolare attenzione alle esigenze di minori con disabilità, minori non accompagnati e separati, anche rispetto alla rapida identificazione e registrazione dei minori negli Stati membri di arrivo e destinazione, all’alloggio, ai trasferimenti e alla prevenzione della tratta. La Commissione svilupperà inoltre delle procedure operative standard specifiche per il trasferimento dei minori non accompagnati.
  1. Un piano comune di contrasto alla tratta. Nell’ambito della piattaforma, sotto la guida del Coordinatore anti-tratta dell’UE, sarà sviluppato un piano comune anti-tratta per affrontare i rischi e sostenere le potenziali vittime. Il piano si baserà sulla Strategia UE di contrasto alla tratta (2021-2025) e affronterà le sfide che emergono dal conflitto come, ad esempio, fornire informazioni alle persone in arrivo, istituire linee di assistenza dedicate, assicurare la formazione degli agenti in prima linea nell’identificazione delle vittime, assicurare un monitoraggio rafforzato dei rischi offline e online con il sostegno di Europol.
  1. Solidarietà rafforzata con la Moldavia, coordinata a livello dell’UE, attraverso l’incremento dei trasferimenti – sostenuto dai finanziamenti UE e realizzato in collaborazione con UNHCR e OIM – e il rapido dispiegamento di squadre Frontex.
  1. Un quadro rafforzato per la cooperazione internazionale sulle destinazioni sicure. La Piattaforma di Solidarietà, in collaborazione con le agenzie competenti, coordinerà i contatti con Canada, Stati Uniti, Regno Unito e altri partner internazionali per coordinare le azioni finalizzate ad accogliere le persone in fuga, inclusi i cittadini di paesi terzi che non possono tornare nel proprio Paese.
  1. Gestione delle implicazioni della guerra sulla sicurezza interna. La rete della piattaforma multidisciplinare contro le minacce criminali (EMPACT) ed Europol sosterranno gli Stati membri per garantire la massima vigilanza contro la criminalità organizzata e i gruppi di trafficanti e garantire l’applicazione delle sanzioni dell’UE nei confronti di individui russi e bielorussi.
  1. Risorse e finanziamenti adeguati. Per fornire un sostegno mirato e personalizzato agli Stati membri dell’UE, è stato istituito uno sportello unico che riunisce tutti i diversi esperti della Commissione, e messo a disposizione squadre sul campo. Quanto ai finanziamenti, la Commissione ha proposto un uso flessibile dei fondi ancora disponibili per i programmi 2014-2020. Per sostenere gli Stati membri, e in particolare quelli più vicini al confine dell’UE con l’Ucraina, la Commissione ha inoltre proposto di mettere a disposizione 3,4 miliardi di euro di prefinanziamenti nell’ambito di REACT-EU. Infine, come richiesto dal Consiglio, la Commissione sta cercando di individuare ulteriori proposte per rafforzare il sostegno economico agli Stati.

Le proposte avanzate dalla Commissione, che hanno trovato approvazione unanime da parte degli Stati membri, evidenziano indubbiamente un importante sforzo per cercare di mettere in campo una risposta coordinata a livello UE e contenere i rischi a cui vanno incontro i profughi in fuga, soprattutto i più vulnerabili. E’ apprezzabile, inoltre, la pronta solidarietà mostrata nei confronti della Moldavia, con misure concrete di supporto.

Tuttavia, malgrado la flessibilità promossa dalla Commissione nel finanziamento degli interventi e nella fornitura di assistenza agli Stati, l’attivazione delle varie misure proposte richiederà un grande sforzo di pianificazione, che sembra difficile conciliare con il contesto emergenziale in cui gli Stati membri stanno gestendo l’accoglienza dei profughi sul piano nazionale.

Infine, e forse questo è l’aspetto più preoccupante, sarà necessario valutare quali saranno concretamente, e sul lungo termine, le capacità di accoglienza degli Stati di confine e le reali disponibilità degli altri Stati UE. Nel piano d’azione non si parla in alcun modo di un meccanismo di ripartizione dei profughi tra gli Stati membri, affidandosi a una ricollocazione “volontaria”. Una previsione che rischia di minare i presupposti solidaristici alla base della direttiva sulla protezione temporanea.

La versione integrale del piano di azione in 10 punti della Commissione è disponibile QUI