Serata per l’Ucraina: spunti, temi, riflessioni e interventi – 28 marzo 2022

Monica Maggioni, Walter Veltroni, Andrea Purgatori, Antonio Padellaro e la nostra Portavoce Valeria Carlini si sono confrontati ieri sera sul tema dell’emergenza ucraina sul palco dell’Auditorium Parrocchia Santa Chiara in un evento di sensibilizzazione e raccolta fondi moderato da Silvia Costa, Commissario straordinario di Governo per il recupero dell’ex carcere di Ventotene, e dal giornalista e presentatore televisivo Tiberio Timperi.

Una serata emozionante iniziata con la proiezione del film Matares di Rachid Benhadj, seguita da un breve dialogo con il regista presente in sala, il collegamento a distanza del nostro Presidente Roberto Zaccaria e il toccante contribuito audio dell’attrice e regista Monica Guerritore. Un parallelo intenso tra il teatro e la realtà, il teatro di guerra in Ucraina.
Un invito ad una riflessione profonda sulla condizione di rifugiato che per la prima volta dopo anni ci tocca così da vicino da un punto di vista geografico, tanto da assistere ad un incredibile slancio di solidarietà da parte dei cittadini, delle cittadine e della società civile europea che si sono impegnate nell’accoglienza di migliaia e, come nel caso della Polonia, milioni di profughi in fuga dal conflitto. Ma questa tragedia, così ravvicinata, ci mette davanti ad una presa di coscienza rispetto a tutte le emergenze drammatiche che pure in altre parti del mondo si consumano sotto occhi indifferenti.

La Portavoce del CIR Valeria Carlini ha parlato del nostro impegno di questi giorni di emergenza, quello che stiamo facendo per ampliare le possibilità di accoglienza e garantire la protezione dei profughi appena arrivati in Italia. Oltre alle operazioni umanitarie di trasferimento di mamme e bambini dal confine polacco, stiamo lavorando per potenziare l’accoglienza e la rete di servizi volti all’integrazione dedicati ai minori non accompagnati. Il nostro Paese ha bisogno di dare consistenza alla solidarietà e all’emergenza altrimenti il rischio è che i diritti delle persone siano compressi e che gli aiuti che arrivano da più parti non siano valorizzati.

“Una delle cose più importanti è che la stragrande maggioranza di chi se ne va ha la convinzione di tornare, che non è una cosa così comune nelle guerre che noi non siamo abituati a seguire con la stessa attenzione perché non hanno conseguenze dirette sulla nostra vita quotidiana” con queste parole Andrea Purgatori apre la serie di interventi in programma nella seconda parte della serata. Una riflessione su come, al di là delle immagini sulla quotidianità della guerra, tutto quello che sta succedendo riguarda innanzitutto il futuro di queste persone, delle mamme dei bambini e dei malati. Che non sono per nulla diverse da quelle che fuggivano da Aleppo. E nello sforzo di aiutarli – riflette Purgatori – bisogna mettere in conto che occorrerà farlo per molto tempo, non solo dandogli da mangiare e un posto dove stare ma dando loro anche un senso della vita che è fatto di lavoro, di occupazione, di riempire le giornate con qualcosa da fare e non semplicemente nell’attesa.

Monica Maggioni ci ha invitato a riflettere su come la vicinanza tra le nostre vite e quelle di chi fugge dalla guerra in Ucraina abbia rotto la diffidenza, su come ci sentiamo tutti attraversati dalle loro storie, così vicine alle nostre. E da qui una lezione che il dramma ucraino dovrebbe darci e dalla quale non possiamo sottrarci: anche quando non ci sentiamo così coinvolti da quelle storie, quelle storie ci riguardano. Di persone che hanno bussato alle porte del nostro Paese, mosse dalla stessa disperazione, ne abbiamo viste tante ma solo ora abbiamo tutti scoperto l’apertura verso chi arriva dall’orrore, si tratta di un passaggio di civiltà significativo, osserva Monica Maggioni.

Antonio Padellaro ha poi ripercorso i passi salienti della risposta di Padre Antonio Spadaro, Direttore della Civiltà Cattolica, alla domanda rivolta a Papà Francesco da un bambino “dov’era Dio? Come ha potuto permettere una cosa del genere?”. Chiamare in causa Dio vuol dire intanto sollevare il velo dell’indifferenza, ma chiamare in causa Dio vuol dire anche che sotto i nostri occhi sta succedendo qualcosa di tremendo, che non ha plausibilità né spiegazione possibile, chiamare in causa Dio è un atto tragico. Ma un’altra domanda scaturisce dalla prima: dov’era l’uomo? Dato che l’uomo è libero, quel che è accaduto ha delle precise responsabilità umane e non divine. Vorremmo che Dio fosse apparso sulle nostre acque a salvare tutte le persone annegate nel mare del nostro cinismo.

Dov’è Dio? È la domanda dalla quale riprende la riflessione Walter Veltroni, gli uomini fanno presto a scaricare su Dio responsabilità che sono eminentemente loro e invece che interrogarsi sul loro agire, preferiscono affidarsi ad una sorta di catastrofismo o di desiderio di giustificazione di ciò che essi stessi hanno prodotto. Il motivo per cui quello che sta accadendo in Ucraina ci tocca così tanto, ci angoscia e ci preoccupa non è solo perché è territorialmente vicino, non solo perché in quei volti riconosciamo i volti di ucraini con i quali abbiamo imparato a convivere, ma penso che la ragione più profonda stia nel fatto che sentiamo che in gioco in questa guerra c’è qualcosa che ci riguarda da vicino e che con tanta fatica abbiamo conquistato: libertà e democrazia, la possibilità di ognuno di noi di esercitare il libero arbitrio in un sistema di regole condiviso.

Infine, abbiamo ricordato la giornalista e scrittrice Marida Lombardo Pjiola scomparsa a settembre dello scorso anno, impegnata sempre a favore degli ultimi, era socia del CIR da anni. Un commovente ricordo anche quello di Silvia Costa dedicato a David Sassoli, caro amico, brillante giornalista e fonte di ispirazione alla presidenza del Parlamento Ue che pochi mesi fa è scomparso lasciando in eredità una testimonianza forte che ci auguriamo di poter raccogliere e portare avanti nella nostra azione.

Vogliamo ringraziare tutti per la calorosa partecipazione, per chi dato il suo contributo alle nostre attività e i nostri ospiti per aver reso questa serata così sentita e partecipata.