Kintsugi: riparare le ferite e i traumi con l’oro

È online la sezione del nostro sito dedicata al progetto Kintsugi – finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il fondo 8 per mille dell’IRPEF devoluto dai cittadini alla diretta gestione statale per l’anno 2016 – con l’obiettivo di riabilitare, garantire protezione e avviare verso percorsi di inclusione sostenibile le persone bisognose di protezione, sopravvissute a tortura e traumi estremi. Il progetto pone particolare attenzione ai traumi da viaggio e cerca di elaborare risposte attraverso servizi di supporto multidisciplinari per prevenire il rischio di marginalizzazione sociale. Kintsugi è l’antica tecnica giapponese che consiste nel riparare con l’oro oggetti di ceramica che si sono rotti, l’arte di abbracciare il danno. Attraverso l’assistenza e la cura abbiamo cercato di far nascere una nuova integrità della persona, trasformando il dolore in qualcosa di nuovo. 

Nel corso del progetto abbiamo dato assistenza a 126 donne e 138 uomini, attraverso interventi coordinati di assistenza medica e psicologica, legale e sociale.

60 richiedenti asilo, 128 rifugiati, 40 protetti sussidiari, 28 protetti umanitari, 2 persone con permesso di soggiorno per casi speciali e 6 in ricongiungimento familiare hanno avuto il nostro sostegno.

Abbiamo attivato un laboratorio di riabilitazione psicosociale attraverso la musica in collaborazione con l’Associazione culturale Controchiave. Un’opzione terapeutica non convenzionale per contribuire in modo efficace e duraturo al percorso di integrazione, incidendo positivamente sulle condizioni di marginalità sociale che accomuna questo  target. Dopo una prima fase di apprendimento, il progetto ha previsto esercitazioni di gruppo con l’orchestra “Fanfaroma”  nata all’interno di Controchiave, per poter partecipare insieme ad  a festival nazionali ed internazionali.

Per saperne di più sul progetto visita la pagina dedicata QUI.

Per ripercorrere l’esperienza del laboratorio musicale che ha accompagnato il progetto clicca QUI

 

Questo progetto è finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il fondo dell’otto per mille dell’IRPEF devoluto dai cittadini alla diretta gestione statale per l’anno 2016.