Progetto START-me UP: consegnati i diplomi a 21 richiedenti asilo e rifugiati

Si è conclusa la prima fase del progetto START-me UP sostenuto da Fondazione Vodafone Italia e realizzato dal Consiglio Italiano per i Rifugiati con l’obiettivo di promuovere percorsi di integrazione e inserimento lavorativo per rifugiati e richiedenti asilo attraverso il settore dell’informatica a Roma e Provincia.

“Questo progetto punta a sviluppare percorsi di integrazione che permettano ai rifugiati di uscire dal circolo vizioso della sottoccupazione: il mondo del lavoro italiano vede i rifugiati occupati quasi esclusivamente nei settori della ristorazione, agricoltura, servizi e cura della persona. Dobbiamo ricordare che il livello di sottocupazione degli stranieri è del 9% rispetto al 3.7% degli italiani e il loro livello di sovraistruzione è del 34.7% rispetto al 23% degli italiani (Dati IDOS 2018). Vogliamo permettere ai rifugiati di acquisire competenze – grazie alla formazione in aula e grazie ai tirocini – spendibili in lavori nel campo del terziario. Nostro obiettivo è avvicinare a professionalità più qualificate e consolidare le opportunità di integrazione per i rifugiati e le rifugiate” dichiara Roberto Zaccaria Presidente del CIR.

“Fondazione Vodafone Italia sostiene la cultura dell’integrazione attraverso lo sviluppo di percorsi di abilitazione al lavoro che includono le nuove tecnologie digitali. Il digitale rappresenta infatti una opportunità da promuovere per la crescita e lo sviluppo sociale” aggiunge Fondazione Vodafone Italia.

Grazie al sostegno di UPTER – Università popolare di Roma, in questi mesi abbiamo avviato due classi di formazione di primo livello e stiamo organizzando una terza classe per il secondo livello mirate all’apprendimento di competenze informatiche.

Il primo livello è stato frequentato assiduamente da 21 ragazzi che hanno sostenuto un test finale per il passaggio alla classe di secondo livello. Si tratta di un gruppo costituito da 5 donne e 16 uomini provenienti da Gambia, Giamaica, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Mali, Guinea, Iraq, Congo, Senegal, Eritrea, Afghanistan, Nigeria e Ucraina, 9 partecipanti hanno uno status di rifugiato, 3 persone hanno una protezione sussidiaria, 5 persone una protezione umanitaria, 3 sono richiedenti asilo e 1 persona è venuta in Italia con ricongiungimento familiare.  8 persone hanno un diploma di scuola superiore e 1 persona è laureata. A tutti i partecipanti è stato rilasciato oggi un attestato di partecipazione e un computer portatile. I corsisti che passeranno tutti al corso avanzato, avranno accesso ad una borsa di tirocinio e saranno sostenuti per completare il percorso formativo con una esperienza di 6 mesi in diversi settori.

“I ragazzi hanno seguito con entusiasmo il percorso di formazione, impegnandosi quotidianamente. E siamo molto soddisfatti dei risultati che stiamo ottenendo. Alcuni utenti hanno già trovato lavoro, anche grazie alle competenze acquisite nel percorso di formazione.  Uno di loro lavora all’Eni, una persona sta insegnando inglese in una scuola di lingue, mentre una sta iniziando una formazione di 2 livello nel settore alberghiero e turistico che porterà al suo inserimento lavorativo” aggiunge Fiorella Rathaus, Responsabile del settore integrazione del CIR “Stiamo identificando le aziende presso cui i rifugiati svolgeranno i tirocini al termine del corso di formazione di II livello e ci stiamo orientando verso la casa editrice Aracne, verso alcuni alberghi stellati. Stiamo cercando di coinvolgere anche alcuni grandi distribuzioni del mondo dell’elettronica come Mediaword e Unieuro. Un tirocinio verrà fatto all’Upter.”