Via libera del Senato al Protocollo Italia-Albania: ci stiamo ispirando a modelli lesivi dei diritti e fallimentari

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati esprime grande preoccupazione per l’approvazione in Senato del disegno di legge per la ratifica del Protocollo Italia – Albania.

Un accordo che mina le fondamenta del diritto di asilo nel nostro Paese dando vita ad un pericoloso modello di gestione off-shore delle richieste di asilo, ispirandosi alle più cupe e fallimentari esperienze realizzate nel mondo.

Modelli simili come quello istituito in Australia hanno prodotto solo gravi sofferenze e violazioni verso chi ha come unica colpa quella di spostarsi per cercare rifugio altrove e che, ricordiamolo, per la normativa nazionale, europea e internazionale ne ha il pieno diritto.

Molti gli aspetti che allarmano: il rischio di respingimenti collettivi, l’abuso di misure di trattenimento per migranti senza il pieno rispetto delle garanzie previste dalla nostra normativa, la valutazione approssimativa delle vulnerabilità da effettuare a bordo di navi, la compatibilità degli spostamenti con quanto garantito dal diritto internazionale del mare e il loro impatto su persone soccorse in condizione di forte disagio, la possibilità che vengano garantiti realmente i diritti riconosciuti dalla nostra Costituzione, dal diritto comunitario e nazionale a quanti vogliano chiedere protezione con tutte le garanzie procedurali ad essi collegate.

“La valutazione delle vulnerabilità a bordo della nave che ha effettuato i soccorsi è impensabile e gravemente lesiva dei diritti delle persone. Chi è affetto da un disturbo non chiaramente visibile, chi è stato vittima di violenza psicologica, chi porta i segni di torture invisibili come farà a sottrarsi dai centri in Albania?” commenta il Presidente del CIR-rifugiati, Roberto Zaccaria.

Per il nostro Paese, l’implementazione di quanto previsto dal protocollo, non solo rappresenta una spilla nera alla nostra civiltà ma anche sproporzionatamente dispendioso e logisticamente al limite del praticabile.

“Ci sembra che, ancora una volta, il vero obiettivo sia quello di mettere in atto strategie punitive per chi cerca di giungere nel nostro Paese. Vorremmo che il nostro impegno si concentrasse nel mettere in piedi un sistema di soccorso in mare funzionante, un piano di accoglienza che riesca a far fronte alle necessità del nostro Paese e un sistema di ritorno volontario assistito che possa dare risposte adeguate anche a chi in Italia non può o non vuole più restare. Mi sembra questi siano gli aspetti che debbano essere messi al centro del dibattito e dell’agire politico, per affrontare un tema complesso che necessita di risposte adeguate” conclude Zaccaria.