Come cambia l’accoglienza con il Decreto Cutro

Dopo il via libera del Senato, la Camera ha votato la fiducia posta dal governo sul cd. Decreto Cutro. Gli emendamenti approvati non riguardano soltanto la protezione speciale ma anche il nostro sistema di accoglienza che per certi aspetti torna indietro al primo Decreto Sicurezza di Salvini – con l’esclusione dei richiedenti asilo dai SAI e il taglio ai servizi erogati dai centri governativi per richiedenti asilo – per altri facilita la creazione di strutture non chiaramente definite nel decreto per l’espletamento di operazioni quali il rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico e l’informativa sulla procedura. Sono inoltre previsti casi in cui tali strutture siano adibite al trattenimento di richiedenti asilo sottoposti a procedure accelerate di frontiera. 

In particolare, preoccupa la semplificazione delle procedure per la realizzazione di punti di crisi (ovvero gli Hotspot) e di centri governativi di prima accoglienza. A ciò si aggiunge che i richiedenti asilo potrebbero essere trasferiti in strutture analoghe e sulle quali il decreto non fornisce alcuna indicazione in merito alla tipologia e all’organizzazione. In tali strutture verranno effettuate le operazioni di soccorso, prima assistenza, il rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico e verrà realizzata l’informativa sulla procedura di protezione internazionale, sul programma di ricollocazione in altri Stati Ue e sulle possibilità di ricorso alla misura del Ritorno Volontario Assistito. Alcune di queste strutture saranno dedicate al trattenimento dei richiedenti asilo sottoposti a procedure accelerate di frontiera. 

Nuovamente assistiamo all’esclusione dei richiedenti asilo dai SAI con la sola eccezione di quanti hanno fatto ingresso in Italia mediante corridoi umanitari, a seguito di evacuazioni o programmi di reinsediamento, i vulnerabili e i cittadini afghani che sono entrati nel nostro Paese in attuazione di operazioni di evacuazione effettuate dalle autorità italiane.

Si creerà, così, un doppio standard di accoglienza,  riservando la possibilità di accedere ai SAI solo ad alcune categorie specifiche di persone, escludendone altre. I servizi erogati nei centri governativi dove andranno i richiedenti asilo sono ridotti al minimo, vengono infatti soppresse l’assistenza psicologica, sociale e i corsi di italiano. 

Si tratta di cambiamenti radicali che – qualora approvati in via definitiva – determineranno gravi violazioni dei diritti dei richiedenti asilo che vedranno venire meno servizi primari e fondamentali sia per le loro possibilità di vedersi riconosciuta una forma di protezione che di integrazione con una inevitabile conseguenza peggiorativa anche nei confronti della comunità ospitante. 

 

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