I Ministri dell’Interno UE discutono di migrazioni a Lille, mentre continua la tragedia dei migranti sulle frontiere

La presidenza francese del Consiglio dell’UE ha presentato ieri, durante la riunione informale dei Ministri dell’Interno, la propria proposta su un “nuovo metodo”, per tappe, da applicare alla discussione sul Patto europeo su migrazione e asilo. L’obiettivo è creare coesione e fiducia, per far avanzare la Proposta della Commissione che risulta, sostanzialmente, bloccata.

Secondo le prime notizie, i punti fondamentali prevedono:

  • la creazione di un nuovo organismo informale a livello europeo – un c.d. Consiglio di Schengen, per facilitare le decisioni dei membri dell’area Schengen sulle politiche migratorie;
  • la scelta obbligatoria, per gli Stati, tra accettare i ricollocamenti dei migranti irregolari sul proprio territorio o pagare contributi finanziari, per garantire “solidarietà” ai paesi UE più esposti ai flussi migratori;
  • Per gli Stati membri di primo approdo, l’assunzione della responsabilità di registrare accuratamente le identità e le impronte digitali dei migranti e richiedenti asilo, e di impedire i loro “movimenti secondari” verso il Nord Europa.

Nella conferenza stampa di chiusura, il Ministro dell’Interno francese ha parlato di un “consenso unanime” da parte dei ministri dei 27 Stati UE su questo nuovo approccio, indicando che le proposte verranno dettagliate e messe sul tavolo del Consiglio a partire dal mese di marzo.

Nel frattempo, le frontiere europee continuano a mietere vittime. E’ di ieri la notizia del ritrovamento di dodici migranti morti al confine tra Grecia e Turchia, all’altezza della città turca di Ipsala. Ad annunciarlo, il ministro dell’Interno turco, Suleyman Soylu, che ha condiviso su Twitter alcune foto sfocate dei corpi sul bordo di una strada aggiungendo che facevano parte di un gruppo di migranti “respinto” dalla Grecia. Secondo le ultime notizie, il numero delle vittime sarebbe salito a 19.

E ancora, pochi giorni fa è giunta notizia di un migrante morto a Ventimiglia, folgorato dai fili dell’alta tensione mentre si trovava nascosto sul vano sopra la carrozza di un treno diretto in Francia, tentando di superare il confine.

Oltre le dichiarazioni di intenti dei leader europei, abbiamo bisogno di politiche europee che garantiscano il rispetto dei diritti umani dei migranti, prima di tutto quello alla vita. Non è accettabile che migliaia di persone continuino a morire, ogni anno, nel tentativo di attraversare un confine o su una barca lasciata senza soccorso, o senza un porto sicuro, in mare. Non è accettabile che, davanti a simili tragedie, gli Stati Europei non riescano ad offrire soluzioni concrete e che la preoccupazione fondamentale non sia mai la tutela dei diritti, ma sempre quella dei confini.

Le violazioni di diritti umani e i drammi che si verificano ai confini sono la diretta conseguenza dell’inerzia dell’UE e dei Paesi membri. Che continuano a negare dignità alla vita dei migranti. 

 

 

Foto in copertina CC Mario Fornasari.