La Circolare del Ministero sull’accoglienza delle famiglie afgane evacuate

Il Ministero dell’Interno, Dipartimento Libertà civili e immigrazione, ha pubblicato una Circolare con indicazioni sull’accoglienza dei cittadini afgani che hanno collaborato con le Forze armate della missione internazionale.

Ai fini dell’espletamento della quarantena le persone arrivate in Italia saranno accolte o presso strutture della Difesa o in strutture messe a disposizione dalle Regioni.

L’accoglienza dovrà invece essere gestita, come da prassi, dalle Prefetture che vengono sollecitate all’immediata identificazione delle strutture CAS, nelle more del trasferimento dei rifugiati afgani nel SAI. Viene inoltre sottolineata la disponibilità mostrata in termini di accoglienza da Enti pubblici, Associazioni, Comuni e singoli individui.

La circolare indica anche possibili linee di intervento in modo da valorizzare tutte le offerte di sostegno sinora avanzate:

  • Le disponibilità di accoglienza pervenute ad associazioni del terzo settore, enti di culto ed Enti pubblici potrebbero realizzarsi tramite la stipula di protocolli di intesa tra le Prefetture e l’Ente interessato. Gli Enti si impegnerebbero a provvedere con le proprie risorse professionali ed economiche, adeguati standard di ospitalità, accoglienza e assistenza. Mentre la Prefettura garantirebbe costante supporto e monitoraggio.
  • Per le disponibilità dimostrate dai Comuni, la circolare specifica che l’onere economico deve comunque essere imputato alla Prefettura. E tali strutture potrebbero poi confluire nel sistema SAI.
  • Per le disponibilità date dai privati la Circolare sollecita le istituzioni locali di svolgere approfondimenti per valutare idonee forme di coinvolgimento.

Pensiamo sia importante capitalizzare sin da subito la grande spinta di solidarietà che in questi giorni sta nascendo sia da privati cittadini, che da chi da sempre lavora nel terzo settore.  Allo stesso tempo crediamo però sia importante che l’accoglienza dei rifugiati afgani confluisca in maniera veloce all’interno del SAI, per garantire l’accesso a servizi qualificati e facilitare l’attivazione, sin da subito, di percorsi di integrazione.

In tal senso è molto positiva l’apertura fatta dall’ANCI in termini di disponibilità ad ampliare il sistema SAI, sia attraverso il potenziamento dei centri già attivi che l’apertura di nuovi progetti.

È anche necessario ricordare che la Legge 141 del 2014 (art 5 ter) prevede che per i cittadini afgani che hanno  effettuato  prestazioni  con carattere di continuità a favore del contingente  militare  italiano nell’ambito della missione ISAF il periodo massimo di permanenza all’interno del  SAI (ex Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) è di “trentasei mesi, con verifiche a cadenza semestrale, ulteriormente  prorogabile, soltanto in  presenza  di  circostanze  straordinarie  e  debitamente motivate, per due periodi successivi, ciascuno della  durata  di  sei mesi”.

Un tempo in cui si può costruire molto.

Clicca QUI per la Circolare. 

 

Foto in copertina della US Naval Forces Europe