Progetto TRIPS: un nuovo e promettente meccanismo di accoglienza per le donne vittime di tratta di esseri umani beneficiarie della protezione internazionale in Francia

Dal 2020, il progetto europeo TRIPS elabora delle strategie per l’integrazione volte a garantire un sostegno personalizzato ai beneficiari di protezione internazionale vittime della tratta di esseri umani, tenendo conto delle loro esigenze specifiche e della loro condizione di vulnerabilità. Come parte delle attività di ricerca e analisi condotte dai paesi partener, l’istituzione di luoghi specializzati per le donne rifugiate vittime della tratta in Francia sembra oggi una prassi promettente.

La strategia nazionale per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati presentata dal Ministero dell’Interno nel giugno 2018 fornisce un quadro completo per l’implementazione delle priorità governative mirate a garantire una migliore integrazione dei rifugiati in Francia. Sebbene finora non siano state incluse disposizioni specifiche nel meccanismo di accoglienza nazionale a sostegno dei beneficiari di protezione internazionale vittime della tratta, una delle priorità della Strategia Nazionale consiste nel garantire un’assistenza adeguata alle donne rifugiate in condizione di vulnerabilità (asse 3). Infatti si sottolinea che “le vulnerabilità specifiche delle donne rifugiate rappresentano un ostacolo alla loro integrazione”. Tra le attività previste, la Strategia intende garantire la sicurezza delle donne rifugiate in centri di accoglienza specializzati (azione 13), includendo anche le donne vittime di violenza, le vittime della tratta di esseri umani o appartenenti alla comunità LGBT. Le autorità francesi si sono impegnate a istituire, a partire dal 2018, nei centri di accoglienza dei posti riservati alle donne vulnerabili, fornendo un’assistenza rafforzata.

Dopo una fase iniziale di test (cd. fase pilota) nel 2018 condotta in due regioni, tra il 2019 e il 2020 sono stati creati 300 posti in quattro regioni per le donne richiedenti asilo e rifugiate. Nelle sue istruzioni del 27 Dicembre 2019, la Direzione Generale degli Stranieri in Francia ha specificato che “la specializzazione dei posti consente di realizzare un supporto specifico per le donne più vulnerabili che vivono una situazione di pericolo sul territorio attraverso un rifugio sicuro”. Al momento, 66 posti degli oltre 300 si trovano in tre centri di accoglienza provvisoria per i beneficiari di protezione internazionale. Il costo giornaliero per persona di questi centri è solitamente di 25 euro. Per questi posti dedicati invece sono previsti 13 euro aggiuntivi, necessari per rafforzare i servizi e l’assistenza.

In base ai requisiti contrattuali, i centri di accoglienza si impegnano a rispettare le seguenti 6 condizioni:
1) Fornire adeguate condizioni di accoglienza, compresa la presenza di luoghi non-misti;
2) Implementare forme di sostegno specifico adeguate quindi alle specifiche esigenze delle donne vittime di violenza, il che comprende assistenti sociali qualificati e specializzati, assistenza nella compilazione di una denuncia e nel procedimento penale, proporre un sostegno giuridico e psicologico, garantire che gli uffici delle ONG siano sicuri e accessibili;
3) Garantire le condizioni di sicurezza: divieto di visite, garanzia di un sistema di ingresso sicuro nel caso di un centro di accoglienza collettivo, garanzia di un servizio di controllo.
4) Supportare l’accesso ai servizi sanitari: garantire la presenza medica per i primi giorni dopo l’arrivo e un referente medico specializzato, l’intervento di uno psicologo che faccia riferimento ai centri medico-psicologici, proporre gruppi di discussione moderati da uno psicologo, informare e sostenere le persone per l’accesso alla prevenzione, alla dipendenza, ai test e alle cure ginecologiche;
5) Sostenere la vita parentale e l’accesso all’istruzione: organizzare gruppi di discussione, proporre luoghi dedicati per l’asilo o la cura dei bambini, organizzare una sessione di informazione sul sistema educativo francese, proporre un supporto alle iscrizioni scolastiche e un supporto psicologico ai bambini;
6) Impegnarsi in una strategia di partenariato con le ONG e le istituzioni sia a livello locale che nazionale.

Le ONG francesi intervistate nell’ambito del progetto TRIPS hanno sottolineato aspetti interessanti e pertinenti del meccanismo, anche in termini di integrazione. In effetti, questo progetto ha al centro le esigenze specifiche dei beneficiari di protezione internazionale vittime di tratta, la loro sicurezza e il loro supporto legale e psicologico, fattori fondamentali per garantire l’integrazione. Inoltre, questo meccanismo offre l’opportunità di garantire una distanza geografica che può favorire l’uscita dalla situazione di sfruttamento, anche se la gestione territoriale del meccanismo da parte dell’Ufficio francese per l’Immigrazione e l’Integrazione (OFII) complica il rinvio a livello nazionale. Infine questo meccanismo prevede la presenza di assistenti sociali specializzati e qualificati che garantiscano un sostegno qualitativo e una risposta alle esigenze specifiche delle vittime.

Tuttavia, vale la pena notare che il meccanismo in esame è per ora scarsamente dotato di risorse, con solo 66 posti disponibili per beneficiari di protezione internazionale, che si rivolgono sia alle vittime della violenza che alle vittime della tratta di esseri umani. Inoltre, non è ancora molto conosciuto e la mancanza di coordinamento tra le ONG e le autorità rappresenta un ostacolo al sostegno fornito alle vittime. L’OFII, incaricato di indirizzare le persone verso questi luoghi, affronta anche delle difficoltà nell’identificare le vittime tra i beneficiari di protezione internazionale e dipende dall’identificazione effettuata dalle ONG partner. Infine, tale meccanismo rimane restrittivo perché limitato alle donne e non a tutte le vittime della tratta degli esseri umani.

 

Questo articolo è stato elaborato nell’ambito del progetto TRIPS – Identification of Trafficked International Protection beneficiaries’ Special needs – dai partner Churches’ Commission for Migrants in Europe (CCME), Immigrant Council of Ireland (ICI), Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), Organization for Aid to Refugees (OPU).

 

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