Il Piano d’Azione per l’integrazione e l’inclusione: un’opportunità per affrontare meglio i bisogni dei titolari di protezione internazionale vittime della tratta di esseri umani?

Nell’adozione di un approccio basato sui bisogni specifici, il nuovo Piano d’Azione per l’integrazione e l’inclusione presentato dalla Commissione europea a novembre 2020 invita gli Stati Membri a prendere in considerazione diverse forme di vulnerabilità nelle loro politiche di integrazione. Nonostante i progressi concreti per affrontare il tema delle vulnerabilità, il Piano d’Azione prende solo parzialmente in considerazione l’impatto che la tratta di esseri umani ha sui processi di integrazione.

Il Patto d’Azione europeo per l’integrazione e l’inclusione (2021-2027) è parte del nuovo Patto sull’asilo e le migrazioni pubblicato a settembre 2020 ed è stato costruito sulla base dei risultati appresi dal Piano d’Azione del 2016, con l’obiettivo di dare seguito ad una serie di raccomandazioni fatte alla Commissione nel corso delle sue consultazioni pubbliche . Sottolineando i costanti cambiamenti che i migranti si trovano ad affrontare in termini di lavoro, educazione, accesso ai servizi base e inclusione sociale, propone nuove misure per l’integrazione e l’inclusione dei cittadini di Paesi terzi e i cittadini dell’Unione europea (UE) con una storia di migrazione.
Alcune delle misure proposte intendono fornire supporto alle vittime della tratta di esseri umani, inclusi i beneficiari di protezione internazionale. La Commissione Europea propone di rafforzare la sua azione riferendosi a specifiche vulnerabilità riscontrate in alcuni gruppi di migranti nel corso del loro processo di integrazione, specialmente donne, ad esempio promuovendo il loro accesso alle cure prenatali e postnatali e alle cure per minori, particolarmente importanti per i beneficiari di protezione internazionale vittime di tratta. Il Piano chiede anche agli Stati di prevedere una formazione diretta al personale sanitario sulla gestione dei bisogni specifici di alcuni gruppi di migranti come le vittime di tratta o le vittime di violenza di genere e i minori stranieri non accompagnati. Si sottolinea inoltre l’importanza dell’accesso ai servizi dedicati alla salute mentale per coloro che hanno una storia di migrazione dal momento che si trovano ad essere particolarmente esposti ad esperienze traumatiche nel corso dei loro viaggi attraverso le rotte migratorie.
La Commissione così si impegna a supportare la promozione della sanità e dei programmi di prevenzione, e fornisce agli Stati molteplici risorse di finanziamento per prendere in considerazione la situazione dei migranti e dei loro bambini in ciascun piano nazionale di resilienza – una risposta comunque limitata rispetto allo sproporzionato impatto della pandemia da coronavirus su migranti e rifugiati.
Inoltre, in riferimento al c.d. housing s’intende fornire supporto nella promozione di soluzioni abitative adeguate, convenienti e non ghettizzanti, anche per i beneficiari di protezione internazionale. I fondi europei consentiranno di promuovere l’accesso anche ad adeguate e convenienti soluzioni abitative, incluso il social housing, senza discriminazioni. La Commissione sostiene modelli di autonomia abitativa per richiedenti asilo, in particolar modo per le famiglie, basati su iniziative di successo già sperimentate nel tempo. Purtroppo l’accesso al supporto legale per le vittime di discriminazione e sfruttamento lavorativo non è menzionato nel Piano. I bisogni specifici delle vittime di tratta devono essere prese in considerazione sviluppando e aumentando progressivamente sistemazioni alloggiative specifiche al fine di assicurare un adeguato sostegno e sicurezza nel processo di riabilitazione e integrazione.
Per quanto riguarda l’accesso all’educazione e al lavoro, il Piano d’Azione enfatizza il miglioramento registrato nel riconoscimento delle competenze e dei titoli acquisiti nei paesi terzi e la loro equiparazione con quelli dell’Unione europea. La Commissione intende sviluppare ulteriormente l’EU Skills Profile Tool for Third Country Nationals e promuove il suo utilizzo da parte delle autorità pubbliche. Intende inoltre prevedere un supporto per gli imprenditori migranti attraverso il programma InvestEU e l’implementazione di programmi di tutoraggio inclusivi.
La continuità nell’apprendimento della lingua, attraverso la previsione di corsi intermedi e avanzati, è essenziale per l’integrazione dei migranti. Il Piano di Azione riconosce che “le donne migranti sono quelle che più rischiano di ricoprire ruoli molto inferiori rispetto alle loro qualifiche il che comporta una svalutazione delle loro capacità”. Nonostante ciò, sono poche le azioni specifiche previste per tale target e l’impatto della tratta di essere umani non viene preso in considerazione. Una formazione e un supporto specifici devono essere assicurati al fine di garantire una riabilitazione e un empowerment di lungo termine per l’accesso a posizioni lavorative competitive. Inoltre, il Piano d’Azione perde l’opportunità di intervenire sui rischi relativi alla tratta di esseri umani per sfruttamento lavorativo. Nonostante il lavoro sia al centro dei propositi, il Piano fallisce nell’affrontare la qualità del lavoro come diritto e i rischi di sfruttamento e di nuova tratta.
La Commissione europea invita ad una partnership tra molteplici attori (incluse le organizzazioni della società civile, le istituzioni educative, i datori di lavoro, i partner socio-economici, le chiese, le comunità religiose, le organizzazioni giovanili e studentesche e le comunità di migranti stesse) che possano mettere in partica e aprire un’ampia sfera di possibilità. Nell’area dell’integrazione delle persone vittime di tratta, ampliare e aprire il quadro nazionale di riferimento potrebbe rappresentare un importante risultato. L’obiettivo della Commissione di un “early startper l’integrazione e l’inclusione potrebbe cambiare i parametri per l’integrazione delle persone vittime di tratta di esseri umani.
In diverse aree, il Piano d’Azione incoraggia la cooperazione e lo scambio di esperienze tra gli Stati Membri, in particolare attraverso il portale Europass, il Network europeo per l’integrazione e l’Accademia Urbana per l’Integrazione. Inoltre, la Commissione intende lanciare una partnership con il Comitato delle Regioni, per implementare partnership rurali per l’inclusione e per supportare i programmi di sponsorship delle comunità. La creazione di un ‘Gruppo’ che raccolga le opinioni dei migranti nell’ambito della Commissione dovrebbe aumentare la partecipazione dei migranti al disegno, all’implementazione e al monitoraggio delle future politiche europee nel campo, dell’asilo e dell’integrazione. La dimensione trasversale del processo di integrazione si riflette anche nella varietà di fondi europei stanziati. Il Multiannual Financial Framework 2021-2027 dovrebbe mettere a disposizione agli Stati membri il futuro Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) per finanziare specifiche misure nelle prime fasi dell’integrazione e misure orizzontali; il fondo europeo sociale plus (ESF+) per promuovere l’integrazione nel mercato del lavoro e l’inclusione sociale; e il Fondo Europeo per lo sviluppo Regionale (ERDF) per finanziare infrastrutture ed equipaggiamento.
Al fine di assicurare l’effettivo monitoraggio nell’implementazione del Piano d’Azione, la Commissione condurrà una revisione intermedia alla fine del 2024 e fornirà report con cadenza regolare al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea. Inoltre, la Commissione svilupperà una piattaforma online interattiva, ospitata dal sito europeo per l’integrazione, per consentire la partecipazione di vari partner. Al fine di gestire l’assenza di sufficienti dati disponibili e di indicatori europei per la valutazione delle politiche nazionali di integrazione, la Commissione lancerà a nuovo Eurobarometro sull’integrazione. Proporrà infatti il Joint Scoreboard sulle politiche di integrazione per armonizzare maggiormente l’implementazione del Piano tra gli Stati Membri. Infatti, le politiche di integrazione restano responsabilità degli Stati Membri e la Commissione può solo proporre delle linee generali per guidarli. Il Piano d’Azione sarà implementato in modo diverso fra gli Stati, rendendo difficile una comparazione e di conseguenza anche l’effettiva valutazione delle misure adottate.

 

Questo articolo è stato elaborato nell’ambito del progetto TRIPS – Identification of Trafficked International Protection beneficiaries’ Special needs – dai partner Churches’ Commission for Migrants in Europe (CCME), Immigrant Council of Ireland (ICI), Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), Organization for Aid to Refugees (OPU).

 

 

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