È grave l’utilizzazione impropria di strumenti istituzionali a fini di propaganda

L’ordinanza del presidente della Regione Sicilia che prevede il trasferimento dei migranti presenti negli hotspot in altre strutture fuori dalla Regione e addirittura il divieto di ingresso, transito e sosta nel territorio siciliano dei migranti sbarcati è assolutamente illegittima ed in netto contrasto con il dettato Costituzionale. L’ordinanza interviene su una materia – quella migratoria – di assoluta competenza statale e non regionale e la Sicilia non è lontanamente uno Stato sovrano in grado di disporre ingressi e uscite.

Politicamente l’ordinanza – così come tante dichiarazioni rilasciate da esponenti politici negli ultimi giorni – altro non è che una forma deteriore e sommaria di propaganda, sulla figura del migrante che invade e contagia. Figlia di un’esasperata e perenne campagna elettorale. Farebbero bene alcuni di questi esponenti che di tanto in tanto si richiamano ai valori cristiani a leggere anche le ripetute ed alte prese di posizione del sommo pontefice per trarne, al confronto, motivi di serio imbarazzo.

Numeri alla mano, i migranti non concorrono, se non per una percentuale minima, al numero dei positivi.

Non c’è capro espiatorio in un’emergenza che riguarda tutti e che al contrario pone i migranti che arrivano sulle nostre coste in una condizione di rischio ancor più elevato dato che la maggior parte dei contagi avviene all’interno dei nostri centri di accoglienza.

La priorità è ed è sempre stata quella di un piano per una gestione dell’accoglienza in applicazione delle misure anti-Covid nei centri. Misure difficili da mettere in pratica dal momento che i decreti sicurezza hanno smantellato gli SPRAR a favore dei centri con grandi numeri, dove il distanziamento sociale è pressoché impossibile da garantire. Ennesima prova che tagli alle risorse, muri, blocchi e chiusure hanno davvero poco di lungimirante.

Anche stavolta puntare il dito contro le fasce più deboli per ottenere consensi ha avuto la meglio. Confidiamo nella giustizia, che faccia il suo corso e dichiari l’illegittimità di un provvedimento del genere.

Foto in copertina: ANSA