L’impronta dell’anima: il video che racconta le disfunzioni del Regolamento Dublino

Il terzo video della serie girata dal video-maker Paolo Martino per il Consiglio Italiano per i Rifugiati in collaborazione con Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa si intitola “L’impronta dell’anima” e racconta le drammatiche conseguenze che l’applicazione del Regolamento Dublino ha sulle persone in bisogno di protezione che arrivano nell’Unione europea.

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati ha da sempre sostenuto la necessità di una revisione del sistema d’asilo europeo superando le ristrette regole fissate dal Regolamento Dublino, iniquo sia per gli Stati che per le persone.

Il principio generale alla base del Regolamento Dublino III è che la competenza per l’esame di una domanda di protezione internazionale ricade sullo stato Membro nel quale è stato effettuato l’accesso. Per questo motivo le persone vengono trasferite nella maggior parte dei casi in Italia e in Grecia, Stati di primo ingresso nei quali hanno lasciato le impronte registrate nel sistema EURODAC.

Il video racconta la storia di Hamid arrivato dall’Afghanistan fino a Trieste attraversando Turchia, Grecia e i Balcani, tra difficoltà e violenze, e che al pensiero di dover essere rimandato indietro si toglierebbe la vita. Oltre ad essere uno strumento ingiusto nei confronti delle persone, il Regolamento e la sua applicazione comportano un serie di disfunzioni per gli Stati europei che ogni anno investono risorse umane ed economiche per l’organizzazione di trasferimenti da un Paese all’altro, di cui solo il 18% si conclude effettivamente.

Nel 2018 il Parlamento europeo aveva portato avanti un serio progetto di riforma del Regolamento Dublino, proponendo un superamento integrale del principio del primo paese d’ingresso per sostituirlo con un meccanismo di ripartizione dei migranti in arrivo sulle coste mediterranee che si fondava sul principio di solidarietà tra i Paesi membri dell’Ue. Purtroppo la proposta si è arenata e non si è conclusa con la scorsa legislatura.

Come Consiglio Italiano per i Rifugiati continuiamo a sostenere la necessità di ripartire da quel testo per garantire una più equa ripartizione degli oneri tra gli Stati membri dell’Unione europea e maggiori tutele dei richiedenti asilo e rifugiati per i quali devono poter essere presi in considerazione i legami familiari, le possibilità di integrazione, le vulnerabilità e le condizioni di salute.

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