Le nostre proposte su diritto alla salute e regolarizzazione dei migranti in Italia ai tempi del Covid-19

In questa fase di emergenza causata dalla pandemia Covid-19 stanno emergendo le gravi contraddizioni delle politiche migratorie italiane, in particolare per ciò che riguarda i diritti dei migranti irregolari presenti nel nostro paese, molti dei quali indispensabili alle nostre filiere produttive agro-alimentari. Ma non solo. In questo panorama  non vanno dimenticati anche quanti lavorano nella cura della persona, ad esempio, o come badanti e baby sitter, nell’edilizia, nella logistica e nella ristorazione.

La tutela della loro salute, quale diritto universale connaturato all’essere persona, non può e non deve essere tralasciata. Va ricordato, inoltre, che la tutela della salute pubblica generale passa inevitabilmente (anche) attraverso la tutela della salute degli stranieri irregolari. 

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati ha elaborato una serie di raccomandazioni per garantire che nessuno venga lasciato indietro e  tutelare le persone presenti sul territorio nazionale indipendentemente dalla loro condizione di soggiorno. 

In breve, le nostre raccomandazioni

  • Ampliare le categorie di coloro che possono accedere alla regolarizzazione, includendo tutti i settori lavorativi;
  • Garantire l’accesso alla regolarizzazione anche a coloro che hanno perso il titolo di soggiorno, ma che hanno dimostrato un’attiva volontà di integrarsi sul territorio;
  • Sviluppare di protocolli che permettano non solo di regolarizzare le persone che lavorano nel settore agro-alimentare, ma anche di smantellare l’odioso sistema del caporalato;
  • Prevedere che i migranti, per accedere alla regolarizzazione, si iscrivano a liste dedicate nei Centri per l’impiego che dovrebbe fungere da intermediatore con i datori di lavoro, a tutela del rispetto di tutti i diritti garantiti per il lavoratore;
  • Incrementare il monitoraggio da parte degli Enti ispettivi preposti delle effettive condizioni di lavoro oggetto di regolarizzazione;
  • Prevedere anche strumenti sociali che diano effettive tutele e dignità ai lavoratori impiegati in agricoltura. In particolare, devono essere immediatamente allestite soluzioni alloggiative adeguate, come indicato dal Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato 2020 – 2022; 
  • Introdurre nuove figure giuridiche che permettano di regolarizzare tutte quelle situazioni di irregolarità o a rischio irregolarità, molte delle quali prodotte dal cd. Decreto Sicurezza che, con l’abolizione della protezione umanitaria, ha eliminato un importante strumento contro marginalizzazione ed esclusione.

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