Proteggere i più vulnerabili, proteggere tutti

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati ha firmato con altre 120 organizzazioni una lettera indirizzata alle più alte Autorità Greche, dell’Unione Europea, delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa, per reiterare l’allarme sul pericolo che emerge dalla gestione dell’accoglienza e dall’impossibilità di chiedere asilo in Grecia. E per chiedere che vengano applicate immediatamente misure che ristabiliscano la legalità e la protezione. 

Pratiche e misure che non solo violano il diritto nazionale, europeo e internazionale, ma che in un contesto di pandemia rappresentano anche un serio rischio per la salute pubblica.

Da un punto di vista legale a seguito dell’applicazione del Decreto Legislativo di emergenza proclamato in 1 marzo 2020, i richiedenti asilo – tra cui deve essere ricordato vi sono numerosi bambini – entrati in Grecia vengono detenuti per essere rimpatriati.  Questo Decreto sospende la registrazione delle richieste di asilo e consente l’immediata deportazione di chi arriva in Grecia dalla Turchia o dai propri Paesi di origine. Un numero molto elevato di rifugiati e migranti sono detenuti in prigioni, in centri di detenzione formali o informali che continuano ad essere aperti in tutta la Grecia.  Questo sta avvenendo senza che sia minimamente garantito uno standard igienico né di protezione, anche in questo momento emergenziale per la gestione dell’igiene e salute pubblica. 

La sospensione del diritto di chiedere asilo e la violazione del principio di non refoulement è una abrogazione senza precedenti delle obbligazioni internazionali nell’Europa post seconda Guerra mondiale.

Ancor più drammatico, il fatto che la pandemia di coronvavirus stia minacciando i campi e i luoghi in cui sono accolti i rifugiati. Nei campi, specialmente quelli sulle isole dell’Egeo, vi sono situazioni di severo sovraffollamento e mancanze strutturali in termini di servizi sanitari. Queste condizioni rendono impossibile il rispetto della necessaria distanziazione sociale e del rispetto delle condizioni igieniche sia per le persone che sono lì accolte che per gli operatori che vi lavorano. Una  seria minaccia alla salute pubblica sia dei richiedenti asilo che per la società.

Per la lettera completa con tutte le nostre richieste alle istituzioni, clicca QUI

 

Nella foto in copertina un campo profughi nell’isola di Lesbo, in Grecia. Credits: Reuters