Cosa pensiamo del nuovo Patto europeo su asilo e migrazione

Il CIR ha recentemente sottoscritto insieme a più di quaranta organizzazioni europee la dichiarazione congiunta – lanciata da ECRE (European Council on Refugees and Exiles) – sul Nuovo Patto europeo su Asilo e Migrazione (New Pact on Asylum and Migration). 

Pur consapevoli che questo Patto possa rappresentare un’opportunità per sviluppare una policy più razionale e rights-based su asilo e migrazione in Europa, c’è il rischio che le proposte in esso contenute preparino il terreno per iniziative legislative ancor più restrittive dei diritti dei richiedenti asilo e rifugiati, in particolare per ciò che viene definito border instrument. Tale strumento potrebbe infatti combinare i peggiori e più controversi elementi contenuti nel pacchetto di riforme del CEAS del 2016, tra i quali: il Regolamento sulle procedure di asilo, il Regolamento Dublino IV e il recast della Direttiva Ritorno. Si tratterebbe di una procedura da applicare a tutte le persone che arrivano in Ue per chiedere protezione e potrebbe condurre ad una considerevole diffusione di centri di detenzione ai confini degli Stati Ue. Potrebbe inoltre essere combinato con nuove proposte che includono il ricorso obbligatorio a concetti quali quello di Paese terzo sicuro e Paese di primo asilo. 

Restringere il campo dei diritti e aumentare le detenzioni non può essere la risposta.

Introdurre l’obbligo di procedure accelerate in frontiera comprometterebbe il giusto ed effettivo esame dalla domanda di protezione internazionale. Presentare tali procedure come la soluzione a tutti i mali del sistema di asilo europeo è scorretto. Al contrario, si assisterebbe ad un peggioramento delle criticità finora osservate e una replica della situazione sulle isole greche. 

La nostra proposta per migliorare il sistema di asilo europeo è quella di incrementare la sua conformità con l’esistente normativa sull’asilo anziché di riformarla – con eccezione del Regolamento Dublino III. Le criticità più urgenti riscontrate fino ad oggi includono: inadeguate condizioni di accoglienza, ostacoli alla registrazione, assenza di garanzie procedurali speciali, il fenomeno dell’asylum lottery risultante da decisioni inconsistenti, e una dannosa e inefficiente applicazione del Regolamento Dublino. Inoltre, è necessario e urgente porre fine ai respingimenti alle frontiere Europee. La Commissione europea dovrebbe affrontare tali criticità attraverso il monitoraggio della conformità con la normativa sull’asilo, la valutazione della legislazione, garantendo il necessario supporto per un’adeguata implementazione e – dove necessario – attivare delle procedure di infrazione. 

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