SeaWatch3, il CIR: ennesimo braccio di ferro, serve una soluzione comune europea

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati – CIR è estremamente preoccupato per come è stata gestita la vicenda della SeaWatch3 che, dopo aver soccorso 52 persone nel Mediterraneo, è stata nuovamente oggetto di un braccio di ferro per pure finalità politiche volto a impedirne l’attracco in un porto italiano e che si è concluso con l’arresto del Capitano dell’imbarcazione, Carola Rackete.

“A bordo di quella nave, oltre a persone vulnerabili, potrebbero esserci anche potenziali titolari del diritto costituzionale di asilo che quindi meritano una tutela che prescinde da direttive, ordini amministrativi ed anche disposizioni di legge di assai dubbia costituzionalità e incompatibili con principi consolidati di diritto internazionale”, afferma il Presidente del CIR, Roberto Zaccaria.

“Un’operazione di soccorso che si sarebbe potuta concludere semplicemente con lo sbarco delle persone soccorse in un porto italiano e la redistribuzione in diversi Paesi europei attraverso accordi tra i governi. Si è invece portata allo stremo una situazione che vedeva coinvolte delle persone sottoponendole ad ulteriori inaccettabili sofferenze e che avrebbe dovuto mettere al primo posto la salvaguardia della vita umana” dichiara il Direttore del CIR, Mario Morcone. “Non si può far finta che il nostro Paese non sia geograficamente più esposto” conclude Morcone.

Con gli arrivi in calo di oltre l’80% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno non è pensabile attuare misure di emergenza per questioni di ordine pubblico e sicurezza come quelle contenute nel dl Sicurezza-bis che risultano in questo panorama assolutamente sproporzionate e volte all’eliminazione di un sistema di soccorso nel Mediterraneo. Inoltre, il decreto non prende in alcun modo in considerazione la possibilità che le persone soccorse dalle ONG possano essere richiedenti asilo e che come tali hanno il diritto di vedere esaminata la propria richiesta ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951.

Il CIR esprime solidarietà per il capitano della SeaWatch3, Carola Rackete, che, nella sua attività di search and rescue, ha agito nel rispetto delle convenzioni internazionali sul diritto del mare e dei principi etici universali.

È indispensabile rimettere al centro di qualsiasi discussione politica sul tema il valore della vita umana e trovare una soluzione comune europea che preveda un sistema efficiente di soccorso nel Mediterraneo nel rispetto di quanto disciplinato dalla normativa internazionale.

 

 

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