From Syria to Europe: il report che raccoglie le storie dei rifugiati apolidi in fuga dalla Siria

Il report From Syria to Europe realizzato da ISI (Institute on Statelessness and Inclusion), ASKV Refugee Support e ENS (European Network on Staelessness) racconta le storie dei rifugiati apolidi di origine curda e palestinese in fuga dalla Siria per raggiungere l’Europa e i problemi che si trovano ad affrontare durante il loro viaggio.

Tra il 2015 e il 2017 gli Stati Membri dell’UE hanno ricevuto più di 95,000 richieste di asilo da apolidi, registrati come senza nazionalità o con nazionalità palestinese, ma le politiche e le procedure in atto nei singoli stati e nel sistema di asilo europeo non riescono a rispondere in modo adeguato ai bisogni degli apolidi forzati a migrare.

Il report analizza le condizioni dei rifugiati apolidi siriani all’interno del sistema di asilo europeo, la relativa legislazione e le tante lacune presenti.

La Siria è il Paese di origine della maggior parte dei richiedenti asilo arrivati nell’UE a partire dal 2013, molti di loro sono apolidi. Lo studio si concentra sul “Corridoio Greco”, il percorso intrapreso maggiormente dai Siriani per raggiungere l’Europa, come contesto di riferimento attraverso il cui analizzare le esperienze degli apolidi siriani nell’Unione Europea. La ricerca prende in considerazione due paesi in particolare, Grecia e Paesi Bassi, dove sono state condotte interviste rivolte ad apolidi palestinesi e curdi siriani giunti in Europa con i recenti flussi migratori.

Come dimostrano le testimonianze, uno dei problemi principali è la limitata o inesistente consapevolezza sull’apolidia da parte degli stakeholders con cui i rifugiati si sono interfacciati. La conoscenza sul tema risulta insufficiente e di conseguenza anche le capacità di identificare casi di apolidia e fornire adeguato supporto.  

Qui alcune delle maggiori problematicità registrate:

Accesso alla protezione in Europa

La mancanza di accesso ai percorsi di reinsediamento e altre modalità di accesso legale per gli apolidi siriani è stata identificata tra le cause che contribuiscono alla discriminazione contro gli apolidi provenienti dalla Siria nell’accesso alla protezione in Europa.

Le restrizioni incontrate da molti degli intervistati li hanno costretti a raggiungere l’Europa in modo irregolare, facendo ricorso ai trafficanti.

Registrazione come “apolidi”

Lo studio ha evidenziato le disparità nell’applicazione dei processi di identificazione e registrazione di un rifugiato come “apolide”. Nello stesso Paese, nella stessa famiglia o anche alla stessa persona in differenti fasi del processo le persone possono essere registrate come apolidi o meno. Questo non solo ostacola la fruizione dei diritti riconosciuti agli apolidi, ma impedisce anche alle autorità di ottenere un’immagine realistica dell’incidenza dell’apolidia tra la popolazione di rifugiati.

Ricongiungimento familiare

Le procedure per il ricongiungimento familiare a disposizione di tutti i rifugiati siriani non sono accessibili agli apolidi.

Naturalizzazione

L’accesso alla naturalizzazione è un’importante canale per una soluzione durevole per gli apolidi, tuttavia a causa dei problemi evidenziati nel processo di registrazione, non tutti i rifugiati apolidi hanno accesso alle procedure facilitate per la naturalizzazione.

Prevenzione dell’apolidia infantile

Misure di salvaguardia per garantire che l’apolidia infantile sia prevenuta stabiliscono che debba essere data la nazionalità ai bambini apolidi nati nel territorio: ma queste garanzie possono essere conferite solamente se l’apolidia dei genitori è riconosciuta e registrata.